Le
                    eccentriche. Scrittrici del novecento, a cura di Anna
                    Botta, Monica Farnetti, Giorgio Rimondi, Mantova, Tre Lune
                    Edizioni, 2003 
                     
                    Se l’eccentricità  è l’essere fuori
                  dal centro, e in ambito letterario fuori dalla tradizione e
                  dunque dal canone, la scrittura femminile è eccentrica
                  per definizione. 
                  Posto alla base dei saggi che compongono questo volume, l’assunto
                  non si riduce tuttavia a una serie di facili definizioni, né tanto
                  meno conduce alla costruzione di un sistema interpretativo
                  di pronto uso. 
                  Al contrario avvia un’indagine a tutto campo, per verificare
                  quali siano gli stili, le procedure e le poetiche di una scrittura
                  eccentrica, che rapporto essa mantenga con il contesto di centralità,
                  come possa accogliere la sfida e allo stesso tempo abitarne
                  le aporie. 
                  Sognatrici, bizzose, ambigue, deliranti, atipiche, fuori dal
                  canone, periferiche, di nessuna scuola, nevrotiche, eccezionali,
                  inquiete, allucinate, svalutate, poco pubbliche, strambe, anomale,
                  farneticanti, fuori dal centro. 
                (dalla seconda e terza di copertina) 
                La scrittura
                    narrativa si  è dotata
                  di un centro quando vi hanno fatto ingresso le donne, le grandi
                  sedentarie, le regine del focolare. E, non appena hanno ricostruito
                  il focolare, le narratrici sono state spinte a fuggirlo, seguendo
                  una spinta più forte della loro natura sedentaria, l’intima
                  spinta nomade della narrazione. 
                  I nomadi non hanno centro. E la narrazione e nomade. Ginevra
                  Bompiani  
                 (dalla quarta di copertina)  
                Sia le
                    voci teoriche che quelle narrative presenti in questo volume
                    non fanno che tangenzialmente toccare, sfiorare, attraversare
                    il pensiero eccentrico femminile del Novecento, mettendone
                    in rilievo il carattere proteiforme, le disarmonie irricomponibili,
                    l’elusività. 
                  L’eccentricità  vi è ‘sollevata’,
                  in entrambi i sensi della parola, è  assunta a oggetto
                  di discussione, ma è anche alleggerita da essenzialismi
                  e da stereotipi; le differenze e contraddizioni che suppone
                  non sono cancellate, ma riprese e fatte dialogare. 
                  Come Teresa de Lauretis ci ha fatto notare, il soggetto eccentrico è un
                  soggetto che sta dentro e fuori, è critico e autocritico.
                  Pur essendo cosciente della sua determinazione storica, è tuttavia
                  attivamente impegnato in un continuo processo di riscrittura
                  del sé  che gli consenta di posizionarsi in modo de-centrato,
                  dis-locato, dis-identificato, al di là delle regole. 
                  Il contesto storico condiviso dalle scrittrici eccentriche
                  discusse in questo volume è  il Novecento con la sua
                  crisi della razionalità come modello dominante di pensiero
                  (maschile). Invece di proporre un loro controdiscorso coerente
                  e sistematico, le scrittrici e le filosofe eccentriche hanno
                  sviluppato un soggetto nomade, che è nel contempo mobile
                  nell’appropriarsi di saperi situati e pratiche cognitive
                  insolite e instancabile nel mettere concettualmente a rischio
                  la propria stabilità e appartenenza a una ‘casa’   […]
                  Tra i molteplici zig-zag di questo soggetto eccentrico femminile,
                  mi limito a individuare due momenti contrastanti, qui assunti
                  ad esempio delle molte contraddizioni che ne caratterizzano
                  la performatività erratica. Succede a volte che l’autrice
                  eccentrica adotti la tattica dell’eccesso […]
                  Succede a volte che l’autrice eccentrica adotti una tattica
                  opposta, che coincide con uno strenuo rifiuto del superfluo
                  e la pratica assidua del minus dicere […] il
                  soggetto eccentrico femminile acquista forza allorché la
                  presa di coscienza di sé si attua nello scarto da identificazioni
                  paralizzanti che evocano il fantasma dell’entomologia
                  (Reyes Uzaro). L’assenza è così  recuperata
                  non solo come occasione di libertà per il presente,
                  ma anche dal punto di vista storico, in quanto promotrice di
                  una terapia della memoria nei confronti di quegli spettri che
                  la Storia ha condannato ai margini e all’oblio dell’esilio
                  (Roberta Mazzanti). 
                  Oltre che a caratterizzare gli spostamenti del soggetto eccentrico
                  femminile lungo l’asse della contraddizione, il movimento
                  a zig-zag può  anche essere assunto ad immagine della
                  geografia dell’eccentrico femminile novecentesco. Una
                  mappa che intendesse tracciarne i confini e le zone di densità dal
                  punto di vista sia spaziale che temporale non farebbe che denunciarne
                  l’ubicazione disseminata e la ricorrenza continua lungo
                  l’arco del secolo. I saggi qui raccolti testimoniano,
                  come si è già sparsamente indicato fin qui, i
                  rimandi e le divergenze che si possono riscontrare tra autrici
                  eccentriche moderne e postmoderne di ambito italiano, spagnolo,
                  francese, inglese e americano, russo, tedesco e infine nord-europeo
                  […] Non resta che augurarsi che il soggetto eccentrico
                  a venire possa trovare un modo di riconciliare il guizzo acrobatico
                  auspicato da Luisa Muraro (la libertà di significare
                  attraverso il passaggio in altro) con la pesante eredità della
                  genealogia femminile eccentrica (la memoria storica della marginalizzazione
                  e delle dolorose esazioni che il canone ha imposto alle donne
                  nel corso della storia). ( da: Toccata e fuga per l’eccentricità di
                  Anna Botta, pp.13-7) 
                  
                Clotilde Barbarulli (Consiglio
                    Nazionale delle Ricerche – Istituto ‘Opera del
                    Vocabolario italiano’ di Firenze), si occupa di scritture
                    femminili nell’Ottocento e Novecento. Fra gli scritti,
                    recenti, con Luciana Brandi, I colori del silenzio. Strategie
                    narrative e linguistiche in Maria Messina (Tufani, 2001),
                    e il saggio Si prega di non discutere ‘Casa di
                    Bambola’,. in Canonizzazioni, secondo
                    volume degli atti del convegno Grafie del sé. Letture
                    comparate a femminile (Adriatica 2002). 
                    Enza Biagini è  professore di Teoria
                  della letteratura all’Università di Firenze. Ha
                  scritto su argomenti di teoria e storia della critica (La
                  Letteratura daII’explication des textes alla semiotica
                  letteraria, 1979; Racconto e teoria del romanzo,
                  1983; Forme e funzioni della critica, 1987; Letteratura
                  e motivazione, 1998) e alcune monografie su scrittori
                  quali Cesare Beccaria (1992), Anna Banti (1979) e Simone de
                  Beauvoir, (1982). 
                  Ginevra Bompiani è  nata a Milano,
                  ha insegnato all’Università di Siena e ha scritto
                  numerosi libri, fra cui i recenti L’età  dell’argento (La
                  Tartaruga, 2000) e L’amorosa avventura di una pelliccia
                  e di un’armatura (Sellerio, 2000) Ora si occupa
                  della nuova casa editrice ‘nottetempo’. 
                  Anna Botta è  docente di Letteratura
                  italiana e comparata presso Smith College a Northampton (Massachusetts).
                  Ha scritto articoli su Calvino, Serao, Tabucchi, Kristeva,
                  Perec, Modiano e altri autori, apparsi in riviste statunitensi
                  e italiane e in volumi di saggi quali Geografia, storia
                  e politiche del fantastico (Olschki, 1995); Per Cristina
                  Campo (Scheiwiller, 1998), Detecting Texts (University
                  of Pennsylvania Press, 1999), Franca Rame: a Woman
                  on Stage (Bordighera Press, 2000). Insieme a Domenico
                  Scarpa ha scritto il volume Calvino newyorkese (Avagliano,
                  2002). 
                  Maura Del Serra insegna Letterature comparate
                  all’Università di Firenze. Poetessa, drammaturga,
                  traduttrice, e critica letteraria, ha al suo attivo numerose
                  pubblicazioni, fra cui i saggi L'immagine aperta. Poetica
                  e stilistica dei «Canti orfici» (La Nuova
                  Italia, 1973), Clemente Rebora. Lo specchio e
                  il fuoco (Vita e Pensiero, 1976), L’uomo comune.
                  Claudellismo e passione ascetica in Jahier (Patron 1985)
                  e Di poesia e d’altro (C.R.T., 2000). Ha ricevuto
                  importanti riconoscimenti, come i premi  «Montale» per
                  la poesia, «Flaiano» per il teatro, «Betocchi»  per
                  la traduzione e, nel 2000, il «Premio della Cultura» della
                  Presidenza del Consiglio dei Ministri. 
                  Margherita De Michiel è docente di
                  Lingua e linguistica russa presso la Scuola Superiore di Lingue
                  Moderne per Interpreti e Traduttori dell’Università di
                  Trieste. Si occupa di critica letteraria, teoria della traduzione
                  e filosofia del linguaggio. Ha pubblicato numerose traduzioni
                  letterarie e poetiche e saggi critici (su Bachtin, Blok, Esenin,
                  Bulgakov, Turgenev). È autrice di una monografia su
                  Michail Bachtin intitolata Il non-alibi del leggere (2001). 
                  Ornella De Zordo docente di Letteratura inglese
                  all’Università di Firenze, ha scritto su Lennox,
                  Austen, Shelley, Kipling, Poe, Lowry, Woolf e D.H. Lawrence,
                  di cui ha curato i due volumi di romanzi per i «meridiani»  Mondadori
                  (1986 e 1991). Tra le pubblicazioni: I grandi accordi.
                  Strategie narrative nei romanzi di E. M. Forster, (1992); D.
                  H. Lawrence: Critical Assessments (David EIlis, 1993); La
                  passione della scrittura. Saggi critici di Katherine Mansfield (1995).
                  Alle figurazioni del femminile nella narrativa inglese ha dedicato En
                  Tavesti (1999), interessandosi poi alle pratiche di riscrittura
                  nella letteratura contemporanea con la cura del volume collettaneo Le
                  riscritture del Postmoderno. Percorsi angloamericani (Fiorenzo
                  Fantaccini, 2002). 
                  Paolo Fabbri è  professore di Semiotica
                  dell’arte presso il DAMS di Bologna. Oltre a collaborazioni
                  con A. J. Greimas all’École des Hautes  Études
                  en Sciences Sociales di Parigi e con Umberto Eco a Bologna,
                  ha insegnato nelle Università di Firenze, Urbino, Palermo
                  e in altri atenei europei e americani, ed è stato direttore
                  dell’Istituto Italiano di Cultura di Parigi. Tra le sue
                  ultime pubblicazioni: Tactica de los signos (1996), Elogio
                  di Babele (1999) e, con Gianfranco Marrone, i due
                  volumi di Semiotica in nuce (2000). 
                  Monica Farnetti lavora all’Università di
                  Firenze e insegna Letteratura italiana allo Smith College,
                  fra Firenze e Northampton. Ha pubblicato monografie su autrici
                  e autori italiani, la letteratura fantastica, la letteratura
                  di viaggio e problemi di teoria letteraria. Fra le opere recenti Il
                  centro della cattedrale. I ricordi d’infanzia nella scrittura
                  femminile (Tre Lune 2002) e la cura di Canonizzazioni,
                  secondo volume di Grafie del sé. Letterature comparate
                  al femminile (Adriatica, 2002). È  responsabile
                  presso Adelphi della pubblicazione delle opere complete di
                  Anna Maria Ortese, di cui è uscito nel 2002 il primo
                  volume dei Romanzi. 
                  Antonella Arancini è docente di Letteratura
                  presso la Syracuse University in Florence. Ha pubblicato studi
                  sulla poesia moderna e contemporanea americana e italiana. È autrice
                  di numerose traduzioni poetiche dall’inglese, fra cui
                  le recenti antologie dell’opera di Charles Wright, Crepuscolo
                  americano (Jaca Book, 2001) e di Mina Loy, Per guida
                  la luna (Le Lettere, 2003). Collabora a  «Semicerchio»,
                  di cui è redattrice e curatrice della sezione di poesia
                  statunitense, a «Poesia» e ad altri periodici. 
                  Rita Guerricchio insegna Letteratura italiana
                  moderna e contemporanea presso la Facoltà di Lettere
                  dell’Università di Firenze. Ha dedicato vari saggi
                  a scrittori del Novecento, e curato l’edizione di alcuni
                  testi (di Pirandello, Aleramo, Palazzeschi); l’ultima
                  sua pubblicazione è Finzioni e confessioni (Liguori
                  2001). 
                  Jim Hicks è  docente di Letteratura
                  comparata e co-direttore del Diploma of American Studies presso
                  Smith College a Northampton (Massachusetts). Ha studiato i
                  rapporti fra il sentimentalismo del diciottesimo secolo (Mandeville,
                  Richardson, Rousseau) e il modernismo (Beckett, Faulkner, Saer).
                  Si è occupato della rappresentazione delle guerre nella
                  ex Jugoslavia nella narrativa, nel giornalismo e nella fumettistica,
                  e sta lavorando a un libro sull’interpretazione dei diritti
                  umani da parte degli organismi internazionali, con particolare
                  attenzione alla situazione di Sarajevo. 
                  Reyes Lázaro è dottore in Letteratura
                  spagnola e Master in Filosofia presso Smith College a Northampton
                  (Massachusetts), dove attualmente insegna Letteratura spagnola.
                  Interessata alla costituzione testuale delle identità collettive
                  e al concetto di ‘minorità’  letteraria,
                  si è occupata di scrittrici e scrittori iberici contemporanei
                  come Bernardo Atxaga, Rosa Chacel, Juan Goytisolo, Luis Martín-Santos
                  e Victor Omgbá.. Ha in preparazione un libro sull’ossessione
                  di Don Giovanni e sui diversi nazionalismi della penisola iberica
                  nel XX secolo. 
                  Laura Mancinelli nata a Udine, ha insegnato
                  Filologia germanica all’Università  di Torino
                  dopo una lunga parentesi a Ca’ Foscari. Sue traduzioni
                  di opere medievali tedesche: I Nibelunghi e Tristano,
                  hanno ottenuto rispettivamente i premi ‘Monselice’ e ‘Montecchio’.
                  Ma premiati sono anche i romanzi I dodici abati di Challant (premio ‘Mondello’), Il
                  miracolo di Santa Odilia (premio  ‘Città di
                  Roma’) e Gli occhi dell’imperatore (premio ‘Rapallo’). 
                  Gloria Manghetti curatrice di mostre e convegni
                  (Il Futurismo a Firenze, 1983; Gli anni di «Solaria», 1984; Marinetti
                  a Firenze, 1994; Album Palazzeschi, 2001), di
                  raccolte di testi e archivi del Novecento (Meriano, Sanminiatelli,
                  Papini, Loria, Savinio), è autrice di studi critici
                  sulla poesia del secolo scorso (So la tua magia, è la
                  poesia. Diego Va/eri, prime esperienze poetiche, 1994; Sul
                  primo Luzi, 2001). Lavora al Gabinetto Vieusseux di Firenze,
                  di cui è segretaria generale e responsabile dell’archivio
                  contemporaneo. 
                  Daniela Marcheschi insegna Antropologia delle
                  arti a Perugia. Vincitrice nel 1996 di un Rockefeller Award
                  per la Critica, ha curato le Opere di Collodi (Mondadori
                  1995) e le Opere di Francesco Guicciardini e Luigi
                  Pulci (Istituto Poligraflco dello Stato 2000 e 2001). Ha inoltre
                  pubblicato Una luce dal Nord. Scritti Scandinavi (1979-
                  2000) (Le Lettere, 2000), Destino e sorpresa. Per Giuseppe
                  Pontiggia (C.R.T. 2000), Prismi e poliedri. Scritti
                  di critica e antropologia delle arti (Sillabe, 2001), La
                  natura e la storia. Quattro scritti sulla poesia di Giampiero
                  Neri (Le Lettere, 2003). 
                  Roberta Mozzanti si è laureata in Lingue
                  e letterature straniere all’università  di Milano,
                  dove ha lavorato fino a! 1991 come ricercatrice di letteratura
                  anglo-americana. Dal 1986 dirige per la casa editrice Giunti
                  la collana Astrea, dedicata alle autrici di narrativa, memorialistica
                  e autobiografia di tutti i tempi e paesi. È  co-autrice
                  di Baby boomers: vite parallele dagli anni Cinquanta ai
                  cinquant’anni (Giunti 2003, con Rosi Braidotti,
                  Serena Sapegno e Annamaria Tagliavini). 
                  Luisa Muraro Dopo un’infanzia studiosa
                  e una giovinezza normalmente infelice, l’incontro con
                  un gruppo femminista le ha dato di che pensare e scrivere fino
                  ad oggi. È sopravvissuta al mondo accademico grazie
                  alla comunità filosofica Diotima. La sua bibliografia
                  comprende centinaia di titoli; gli ultimi libri, Lingua
                  materna scienza divina (1995) e Le amiche di Dio (2001),
                  sono dedicati alle scrittrici mistiche. 
                  Jarmila Očkayová è nata
                  in Slovacchia, dove ha pubblicato i primi racconti e poesie.
                  Trasferitasi in Italia nel 1974, ha curato e tradotto la raccolta
                  di fiabe slovacche Il re del tempo (Sellerio 1988)
                  e si è affermata come narratrice con i romanzi Verrà  la
                  vita e avrà i tuoi occhi (Baldini & Castoldi
                  1995), L’essenziale è invisibile agli occhi (ivi
                  1997), Requiem per tre padri (ivi 1998) e Appuntamento
                  nel bosco (EL 1998). 
                  Ernestina Pellegrini insegna Letterature comparate
                  all’Università di Firenze. Ha pubblicato studi
                  sulla letteratura triestina, sulle biografie e autobiografie
                  fra Sette e Ottocento, sulla letteratura siciliana, sul futurismo
                  e le avanguardie. Più recenti sono le monografie su
                  Luigi Meneghello (Nel paese di Meneghello, Moretti
                  e Vitali 1992), Claudio Magris (Epica sull’acqua,
                  ivi 1997) e Arturo Loria (La riserva ebraica, Diabasis
                  1999). È presidente dell’Associazione «Archivio
                  per la memoria e la scrittura delle donne». 
                  Margherita Pieracchi Haewell dal 1969 insegna
                  Italiano all’Università di Illinois a Chicago.
                  Si è dedicata allo studio dell’Ottocento e della
                  prima metà del Novecento, con particolare attenzione
                  a Leopardi, Silone e alla letteratura femminile del Novecento.
                  Ha pubblicato I due poli del mondo leopardiano (Cesati
                  1986) e Un cristiano senza chiesa e altri saggi (Studium
                  1991). Ha curato per Adelphi l’edizione di tre volumi
                  di scritti di Cristina Campo. 
                  Giorgio Rimondi insegna Letteratura italiana
                  all’Istituto Navarra di Ferrara. I suoi percorsi di studio
                  hanno contaminato ambiti disciplinari diversi, con particolare
                  attenzione ai temi della soggettività  e della creazione
                  artistica. Fra le pubblicazioni si segnalano ]azz-Band (Mursia,
                  1994), La scrittura sincopata (Bruno Mondadori
                  1999) e la cura dei numeri 32 (2001) e 34 (2002) del trimestrale «Nuova
                  Prosa», rispettivamente dedicati al rapporto jazz-letteratura
                  e al fantastico letterario. 
                  Alessandro Scarsella è bibliotecario
                  alla Marciana di Venezia e collabora con gli istituti universitari
                  di Feltre e Venezia. Oltre a studi di teoria e metodologia,
                  si è occupato di autori italiani contemporanei (fra
                  cui Bontempelli, Buzzati, Calvino, Cristina Campo, Contini,
                  Facco de Lagarda, Primo Levi, Noventa) e di autori stranieri
                  del fantastico letterario come Hoffmann, Bierce, Burroughs,
                  Saramago. Ha inoltre curato un’edizione commentata del Piacere di
                  D’Annunzio (Morano 1995), l’antologia Giovani
                  poeti inglesi (Edizioni del Leone 1996, con G. Dowling)
                  e il volume Le Venezie di Vanni Scheiwiller (Scheiwiller
                  2002). 
                  Filippo Secchieri è professore a contratto
                  nell’area dell’italianistica all’Università di
                  Ferrara. Oltre a numerosi studi di critica e teoria del Novecento
                  letterario ha pubblicato i volumi Con leggerezza apparente.
                  Etica e ironia nelle «Operette morali» (Mucchi,
                  1992), Interpretare la finzione (Edizioni dell’Arco1997)
                  e Dove comincia la realtà e dove finisce. Studi
                  su Alberto Savinio (Le Lettere 1999). 
                  Uta Treder insegna Lingua e Letterarura tedesca
                  all’Universirà di Perugia. Oltre a saggi su Sophie
                  Mereau, Karoline von Günderode, Annette von Droste-Hülshoff
                  e Marlen Haushofer, ha pubblicato due volumi su Kafka e alcuni
                  studi di letterarura femminile, fra cui Von der Hexe zur
                  Hysterijerin. Zur Verfistigungsgeschichte del ‘Ewig
                  Weibliche’ (1984) e Il re nero. Studi di letteratura
                  femminile tedesca (1993). Tra le sue opere narrative
                  si segnalano Luna Aelion (1980) e Die Alchemistin (1993). 
                  Maria Luisa Wandruszka insegna Letterarura
                  tedesca all’Università di Bologna. Si è  occupata
                  soprattutto di autrici dell’area tedesca e anglosassone
                  come Bettina Brentano, Caroline von Günderode, Else Lasker-Schüler,
                  Ingeborg Bachmann, Jane Austen e Virginia Woolf. Fra le sue
                  pubblicazioni si segnalano La cantante di Hofmannsthal (Pratiche
                  1988), Orgoglio e misura. Quattro scrittrici tedesche (Rosenberg & Sellier
                  1993), Mettere insieme i frammenti (Carocci 2002).
                  Ha inoltre curato il volume Scrivere il mondo. Blixen,
                  Compo, Cvetaeva, Dickinson, Porete, Weil (Rosenberg & Sellier
                1996).  
                
                Dall’indice: Acknowledgments  di
                  Anna Botta; Toccata e fuga per l’eccentricità di
                  Anna Botta; Testimonianze - I nomadi non
                  hanno centro di Ginevra Bompiani; La mia esperienza
                  di scrittrice di Laura Mancinelli; Perché mi
                  considero una scrittrice eccentrica di Yarmila Očkayovd; Perchè  sono
                  un’eccentrica di Uta Treder; Saggi - Nella
                  vicinanza di altro di Luisa Muraro; Il cerchio e l’ellisse. Contributo
                  a una topologia dell’eccentrico di Giorgio Rimondi; Ritratto
                  allo specchio italiano: riflessi e riflessioni di
                  Paolo Fabbri; Accecate da Brecht: Margarete Steffin e Elisabeth
                  Hauptmann di Maria Luisa Wandruszka; Le mie «eccentriche»:
                  Lasker-Schüler, Kolmat, Weil, Woolf, Mansfield,
                  Guidacci di Maura Del Serra; La parola senza genere
                  per domestici conforti di Clotilde Barbarulli; Benedetta
                  e la sensibilità  introspettiva di una scrittrice futurista di
                  Gloria Vanghetti; Genere e Gender nel romanzo-diario italiano:
                  de Céspedes, Banti e le altre di Filippo Secchieri; Amelia
                  Rosselli di Ernestina Pellegrini; Periferie di
                  Rita Guerricchio, Simone Weil in Italia e la sua
                  influenza sulla scrittura femminile degli anni Cinquanta/Sessanta di
                  Margherita Pieracci Harwell; Le jeunes filles rangées:
                  Simone de Beauvoir, Marguerite Yourcenar, Nathalie Sarraute di
                  Enza Bigini; Centri, compassi e aculei: vita e cultura
                  in Mercè Rodoreda e Rosa Chacel di Reyes Lázaro; Alcune
                  figure scandinave di Daniela Marcheschi; «Se
                  non oltre un confine (oltre un solo confine), per tutto il
                  mondo -la Russia». Quando l’Altro ha una voce di
                  donna di Margherita De Michiel; Un’«altra»  Storia:
                  Byatt, Winterson, Roberts di Ornella De Zordo; Sad
                  new powers: parole d’esilio e d’amore nel romanzo
                  in fuga di Anne Michaels di Roberta Mazzanti; Edith
                  Wharton: l’età  del romanzo, l’innocenza
                  della teoria di Alessandro Scarsella; Nella Larsen.
                  Una rivolta inaudita di Jim Hicks; Tradurre le voci:
                  etnia e scrittura nei romanzi d’esordio di Toni Morrison
                  e Maxine Hong Kingston di Antonella Francini; Pagare
                  il canone di Monica Farnetti. 
                Collegamenti 
                   http://www.trelune.com 
                   
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