Rossana Rossanda, La
                  ragazza del secolo scorso, Torino, Einaudi, 2005 
                «Questo non è  un
                  libro di storia. E quel che mi rimanda la memoria quando colgo
                  lo sguardo dubbioso di chi mi è intorno: perché sei
                  stata comunista? perché dici di esserlo? che intendi?
                  senza un partito, senza cariche, accanto a un giornale che
                  non è più  tuo? è una illusione cui ti
                  aggrappi, per ostinazione, per ossificazione? Ogni tanto qualcuno
                  mi ferma con gentilezza: “Lei è  stata un mito!” Ma
                  chi vuol essere un mito? Non io. I miti sono una proiezione
                  altrui, io non c’entro. Mi imbarazza. Non sono onorevolmente
                  inchiodata in una lapide, fuori del mondo e del tempo. Resto
                  alle prese con tutti e due. Ma la domanda mi interpella. 
                  La vicenda del comunismo e dei comunisti del Novecento è finita
                  così malamente che è impossibile non porsela.
                  Che è stato essere un comunista in Italia dal 1943?
                  Comunista come membro di un partito, non solo come un momento
                  di coscienza interiore con il quale si può  sempre cavarsela: “In
                  questo o in quello non c’entro”. Comincio dall’interrogare
                  me. Senza consultare né libri né  documenti ma
                  non senza dubbi. 
                  Dopo oltre mezzo secolo attraversato correndo, inciampando,
                  ricominciando a correre con qualche livido in più, la
                  memoria è reumatica. Non l’ho coltivata, ne conosco
                  l’indulgenza e le trappole. Anche quelle di darle una
                  forma. Ma memoria e forma sono anch’esse un fatto tra
                  i fatti. Né meno né più». 
                  
                Rossana
                    Rossanda, nata a Pola nel 1924, allieva di Antonio Banfi,
                    antifascista, ha partecipato alla Resistenza. Dirigente del
                    Pci - ne è stata radiata
                  nel 1969 in quanto esponente della sinistra critica del partito
                  - e fondatrice della rivista, poi quotidiano, «il manifesto».
                  Tra i suoi libri: L’anno degli studenti (De
                  Donato, 1968); Le altre. Conversazioni sulle parole della
                  politica (Feltrinelli, 1979); Un viaggio inutile (Bompiani
                  1981); con Pietro Ingrao e altri, Appuntamenti di fine
                  secolo (manifestolibri, 1995); con Filippo Gentiloni, La
                  vita breve (Pratiche, 1996); Note a margine (Bollati
                  Boringhieri, 1996); [con Fabrizia Ramondino e Vera Maone, Bagnoli.
                  Lo smantellamento dell’Italsider (Mazzotta, 2001);
                  con Carla Mosca, Brigate rosse. Una storia italiana (Baldini & Castoldi,
                  2002)].  
                Il racconto di una vita: la
                  politica come educazione sentimentale.  
                (dalla seconda, terza e
                    quarta di copertina) 
                Collegamenti 
                  http://it.wikipedia.org/ 
                    http://www.archivio900.it/ 
                    http://www.internetbookshop.it
  |