Ornella
                  Mariani, Profili di perle, Atripalda, Mephite, 2007 
                Questo
                    nastro della memoria mira a rivisitare la vita di donne che,
                    accomunate dagli stessi amari destini, martiri della famiglia
                    o vittime della società,
                  hanno oltrepassato le frontiere della Storia; che hanno diritto
                  ad un rispetto almeno postumo, per aver difeso il senso della
                  solidarietà sociale, politica, culturale e morale; che
                  si sono sempre sentite investite della interiorizzazione del
                  proprio riscatto; che non hanno mai rinunciato a porre al centro
                  del loro impegno pubblico il senso del proprio privato; che
                  a gran voce hanno gridato il loro dolore e il loro silenzio,
                  servendo l’amore e fissandovi il senso dell’esistenza
                  e dei doveri ad esso connessi: dignità, forza morale
                  e tensione emotiva; che esigono di non essere dimenticate perché resti
                  vivo il ricordo anche di tutte quelle senza nome il cui sangue
                  ricadrà su quanti, autori di orrori passati e futuri,
                  ne oltraggiano l’onore e la memoria. 
                
                  
                  
                  Ornella Mariani ha scritto saggi storici e inchieste sulla
                  Questione meridionale: Per rabbia e per amore,
                  Napoli 1991; E così sia, Napoli 1992; Viaggio
                  nell’entroterra della disperazione, Foggia 1997; Federico
                  Il di Hohenstaufen, Napoli 2000-1; Morte di un eretico,
                  Bari 2000. Con Mephite ha pubblicato i testi teatrali: Giuditta,
                  Avellino 2006; Costanza, Avellino 2006; Matilde,
                  Avellino 2006.  
                
                  
                  
                  
                  
                  
                  (dalla quarta di copertina) 
                  
                
                  
La sostanziale mancanza di elementi documentali impedisce la
                  puntuale ricostruzione del ruolo di tutte quelle donne che,
                  a vario titolo, hanno segnato la Storia: lo spessore intellettuale
                  di Aspasia è confinato nell’alcova di Pericle;
                  la filosofia di Teano di Crotone è pressoché  sconosciuta;
                  il medico della Scuola Salernitana Trotula de Ruggero fu mutato
                  in Trottus; la scrittrice Grazia Deledda, ancorché  insignita
                  del Nobel per la Letteratura, è ancora considerata una
                  rozza illetterata; sotto tono sono tenuti i rilevanti contributi
                  forniti alla Fisica da Mileva Maric e Mary Fairfax Craig Somerville;
                  i testi scolastici ignorano la matematica Gaetana Agnesi; pur
                  precedendo Copernico di trecento anni ed anticipando Newton
                  di circa cinquecento, Ildegarda di Bingen è celebre
                  come mistica e non come teorica dell’universo eliocentrico
                  e di tesi contigue alla gravitazione universale; Gabrielle-Emile
                  Le Tonnelier De Breteuil passa solo come amante di Voltaire
                  a conferma della indebita sovrapposizione di un esercito di
                  uomini: padri, mariti, fratelli, colleghi. 
                  Così è  stato per Ipazia d’Alessandria
                  ed Artemisia Gentileschi; per Marie Winkelmann e Marie Paulze;
                  per Carolina Herschel, Sophie Brahe e Rosalind Franklin. Così è stato
                  per quell’esercito di cafone che, nel periodo unitario,
                  dopo aver subito deportazioni, sevizie, torture e stupri; dopo
                  aver infiammato di orgoglio le periferie del Sud; dopo aver
                  urlato un grido solo di libertà, furono bollate come
                  brigantesse e costrette a pagare il pedaggio della morte senza
                  onore, senza gloria e senza patria. (da: Premessa,
                  pp. 5-6) 
                
                  
Dall’indice: Boadicea; Zenobia; Ipazia
                  d’Alessandria; Galla Placidia; Adelasia
                  di Sicilia; Caterina Sforza; Renata d’Este; Jane
                  Grey; Artemisia Gentileschi; Cristina Trivulzio
                  Gioioso; Antonietta De Pace; Berthe Kinsky; Lou
                  Andreas Salomè; Margaretha Geertruide Zelle; Karen
                  Christence Dinesen.  
                Collegamenti 
                   http://www.letteraturaalfemminile.it/ 
                    http://associazioni.comune.firenze.it 
                   
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