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Percorsi bibliografici | Un libro al mese | Robert de Boron, Il libro del Graal
Un libro al mese
Percorsi bibliografici


La copertina del volume
Il libro del Graal / Robert de Boron
di
Domenico D. De Falco
Biblioteca statale del Monumento nazionale di Montevergine

Robert de Boron
Il libro del Graal
a cura di  Francesco Zambon
Milano, Adelphi, 2005
(Biblioteca Adelphi ; 478)

Galahad, Parsifal e Bohor trasportano la cassa d'argento che contiene il Sacro Graal santo nel 'Palazzo spirituale' di Sarras, miniatura da La Queste del Saint Graal, ca. 1316. British Library, LondraNel pittoresco fiorire di monografie sul mito del Graal scatenato dal clamoroso successo editoriale del Codice da Vinci di Dan Brown, si inserisce, al tempo stesso distinguendosene, anche questo Libro del Graal di Robert de Boron, curato da Francesco Zambon. Dell’autore si sa che fu attivo tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo presso la corte di Gautier de Montbéliard, che sarebbe poi morto da crociato in Terra Santa nel 1212. Il Libro del Graal, anche conosciuto come la «trilogia in prosa di Robert de Boron», si divide in tre parti, dallo stesso autore denominate Giuseppe di Arimatea, Merlino e Perceval (che fanno da sottotitolo a quest’edizione) ed è conservato per intero in due manoscritti: il ms. “E.39” della Biblioteca Estense di Modena (secolo XIII) e il ms. “nouv. Acq. Fr. 4166” della Biblioteca nazionale di Parigi; per la sua traduzione – la prima integrale in lingua italiana - Francesco Zambon ha seguito il testo del manoscritto estense, servendosi di quello parigino per correggere e integrare le incongruenze e le lacune del primo. Nella sua introduzione Zambon scrive che la trilogia di Robert de Boron «contiene la prima narrazione completa del mito cristiano del Graal, concepito come il vaso o il calice in cui Giuseppe di Arimatea avrebbe raccolto il sangue di Cristo prima di dar sepoltura al suo corpo», e ne definisce il contesto storico e letterario, facendo di questo Libro del Graal il «più antico romanzo in prosa francese, remoto capostipite di un genere destinato a tanta fortuna in tutte le letterature moderne»; il tema del Graal, scrive ancora Zambon, «allude a un rapporto profondo fra la storia del sacro vaso … e la forma-romanzo». Infine, nella Nota al testo cita le diverse edizioni critiche sia delle singole parti, sia dell’intera trilogia, mentre nelle note a pie’ di pagina si limita ad illustrare le integrazioni, nel testo riportate tra parentesi uncinate, e a fornire chiarimenti in presenza di lacune nel manoscritto.
Apparition du Saint Graal, miniatura, BNF Richelieu Manuscrits Français 116, Bibliothèque nationaApparizione del Sacro Graal , miniatura da Quête du saint Graal, XV sec., Évrard d'Espinques e coll. Bibliothèque nationale de France, Parigi.La lettura è piacevole, ché sembra di trovarsi di fronte ad un Vangelo, con lunghe frasi dentro frasi, ma anche impegnativa, non foss’altro perché nel breve volgere di poche pagine si susseguono due o tre generazioni: si tratta magari di personaggi minori, la cui genealogia è comunque funzionale al racconto.
Il primo custode del Graal, Giuseppe di Arimatea, ci viene presentato in maniera più articolata di quanto non facciano gli stessi Vangeli; d’altra parte è lui che raccoglie il sangue di Gesù Cristo nel famoso vaso che diventerà il mitico Graal (nel racconto se ne fa derivare il nome dal verbo «agreer», «essere gradito»). Gli altri due custodi sono Bron (cognato di Giuseppe) e Perceval, ma la figura si cui si impernia la parte centrale del Libro del Graal è sicuramente quella di Merlino, di cui viene narrato lo straordinario concepimento ad opera del Diavolo e le ancor più strabilianti infanzia ed adolescenza, fino a diventare il personaggio chiave presso la corte dei re Pandragon e Uter per finire all’altrettanto leggendario re Artù.
C’era forse bisogno di un libro come questo per riportare entro confini più coerenti la vicenda del Graal, sottraendola per quanto possibile all’inevitabile semplificazione e, in parte, mistificazione in cui l’aveva proiettata, prima della narrativa “leggera” citata in epigrafe, quel tipo di cinema che non aveva saputo resistere alla tentazione di offrirne una versione perlomeno originale, anche se tutto sommato gradevole e sufficientemente rispettosa.


Illustrazioni:
1) La copertina del volume
2) Galahad, Parsifal e Bohor trasportano la cassa d'argento che contiene il Sacro Graal santo nel "Palazzo spirituale" di Sarras, miniatura da La Queste del Saint Graal, ca. 1316. British Library, Londra.
Fonte Apri pagina collegata (nuova finestra) British Library
3) Apparizione del Sacro Graal , miniatura da Quête du saint Graal, XV sec., Évrard d'Espinques e coll. Bibliothèque nationale de France, Parigi.
Fonte Apri pagina collegata (nuova finestra) Gallica


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© Biblioteca Nazionale di Napoli (ottobre 2005)
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