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                  parole per farlo. Donne al lavoro nel postfordismo, a cura 
                  di Adriana Nannicini, prefazione di Lidia Campagnano, Roma, 
                  DeriveApprodi, 2002 
                Quale 
                  rapporto lega le donne al lavoro nell’attuale epoca della cosiddetta 
                  “produzione postfordista”? Per il femminismo degli Settanta 
                  l’emancipazione coincideva con l’ingresso nel mondo del lavoro 
                  e con l’assunzione di ruoli non più marginali e subordinati, 
                  questi sembravano obiettivi raggiunti. 
                  Le donne di questo libro, così diverse per età, 
                  reddito, cultura, esperienze lavorative e politiche, condizioni 
                  affettive e familiari cercano di fare un raccontano del loro 
                  vissuto lavorativo dopo la caduta del “mondo del lavoro”. 
                  Queste donne per offrire una testimonianza fanno una ricerca 
                  di parole che consentono di dire e confrontare le esperienze 
                  femminili, di ridefinire se stesse al lavoro, usando, per superarlo, 
                  il lessico del precariato della new economy, del lavoro 
                  dipendente e di quello autonomo ad alta responsabilità. 
                  Parole che condizionano la vita, le relazioni tra donne, i rapporti 
                  con l’altro sesso dentro e fuori il lavoro, il modo di descrivere 
                  il presente e di immaginare il futuro. Parole sospese tra l’intimità 
                  di una seduta di autocoscienza e la dimensione pubblica del 
                  lavoro o del fare politica. 
                  Le donne alle quali Adriana Nannicini dà voce non sostengono 
                  teorie né modelli precostituiti. 
                  Forniscono il racconto corale di una ricerca in divenire che 
                  non s’interroga solo sul futuro della condizione femminile, 
                  ma su quello del lavoro, della nostra società e delle 
                  nostre relazioni. 
                (dalla
                  quarta di copertina)  
                
                  
                
                […] 
                  Un ordine antropologico moderno, che si chiamava sintomaticamente 
                  “mondo del lavoro”, è caduto sotto picconate di provenienza 
                  ancora incerta, il suo popolo di donne e di uomini si industria 
                  (neanche tanto metaforicamente) in mezzo alle macerie. E ha 
                  bisogno di raccontarsi. Naturalmente sarebbe interessante ricostruire 
                  la storia e la filosofia di ciò che va sotto il termine 
                  di «mondo del lavoro», e così forse scopriremmo 
                  che si è trattato dell’ultima versione storica della 
                  polis, di un ordine di convivenza e di sussistenza 
                  umana […] Ecco il punto: a queste donne piace lavorare. Questo 
                  piacere sembra esprimersi tanto più liberamente ed energicamente 
                  quanto più è morto il mito degli anni Ottanta, 
                  la telenovela della donna in carriera, perfetta sorridente ed 
                  efficiente […] 
                  Qui, tra queste pagine, si suggerisce però un’altra strada: 
                  quella di applicare geografia e geometria (e economia , storia, 
                  letteratura eccetera) precisamente a quel nucleo corporeo e 
                  mentale appassionato che è se stessa al lavoro […] Raccontare 
                  si può, dare la propria interpretazione di quel che si 
                  vive, si può. Interrogarsi su come si è donne 
                  e singole e in relazione nel lavoro, si può. Queste pagine 
                  infatti, oltre a suscitare una fame di descrizione e di repertori 
                  d’immagini su come si vive nel terremoto del lavoro oggi (l’appetito 
                  vien mangiando) potrebbe essere contagioso, potrebbe favorire 
                  la nascita di altri simili a quello che lo ha prodotto. 
                (da: 
                  Prefazione di Lidia Campagnano, pp. 5-11 ) 
                  
                 
                Questo 
                  saggio fa parte della collana MAP. Una mappa per orientarsi 
                  nella geografia variabile del mondo del lavoro nell’era dell’accumulazione 
                  flessibile  
                Collegamenti 
                
                   http://dex1.tsd.unifi.it/juragentium/it/index.htm?books/nannicin.htm 
                                      http://www.universitadelledonne.it 
                  
                  http://www.zoooom.it 
                 
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