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                  Opera. Arte contemporanea ed infanzia, a cura di Melita 
                  Rotondo, Napoli, [2002] 
                Riteniamo 
                  che la difesa e la valorizzazione dei tanti e diversi patrimoni 
                  culturali presenti in Europa, rappresenti la condizione indispensabile 
                  perché l’Europa non divenga per tanti sinonimo di omologazione, 
                  perdita di identità o, peggio ancora mortificazione delle 
                  diversità. Proprio per questo l’Assessorato alle Politiche 
                  Formative della provincia di Napoli, ha voluto essere tra i 
                  sostenitori del progetto “In Opera” teso a divulgare tra i giovani 
                  la conoscenza e l’amore per l’arte contemporanea educando gli 
                  studenti e le studentesse a “vedere la bellezza” ed ad apprezzare 
                  l’innovazione. (dall’intervento di Angela Cortese, pp.8-9) 
                  
                
                Oggi 
                  finalmente vedo i risultati, materiali vivi, pieni di colori, 
                  di amori, di speranze. Non so, perché non ho competenze 
                  specifiche, se sono importanti dal punto di vista estetico; 
                  so, da donna di scuola che lo sono per la scuola che si è 
                  aperta ad un incontro fecondo, finalmente libero da vincoli. 
                  Tali mi sono sembrati infatti quei prodotti, che immediatamente 
                  rimandano ad un’operosità realizzata con gioia in una 
                  situazione comunicativa nella quale l’artista è stato 
                  capace di orientare il ragazzo, senza chiuderlo imponendogli 
                  percorsi e dove quest’ultimo lo ha spinto con la sua ingenuità 
                  verso sentieri rinnovati, realizzando insieme un intervento 
                  leggero, dove è evidente la gioia di fare. (dall’intervento 
                  di Laura Capobianco, pp. 19-20) 
                   
                  In un arco temporale di due settimane artisti e ragazzi condividono 
                  con naturalezza l’esperienza della creazione artistica e nessuno 
                  vive da osservatore la magia che permea l’aria: qui l’artista 
                  non è il loro insegnante che l’intrattiene con attività 
                  di manipolazione ovvero un animatore che li invita ad un gioco; 
                  egli è una persona che come lavoro fa l’artista ed è 
                  lì ad organizzare un laboratorio inteso come il luogo 
                  della creazione di un’opera d’arte […] 
                  I bambini vedono perché sono desiderosi di sogni da realizzare. 
                  Gli artisti vedono perché sono capaci di dare corpo alle 
                  illusioni ed inventare quotidianamente sottili alchimie per 
                  tenere la disperazione fuori della porta dell’anima. (da: Introduzione 
                  di Melita Rotondo, pp. 23-24).  
                  
                 
                Collegamenti 
                  http://www.spazioimmaginato.it 
                   
                 
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