|   Lea 
                  Melandri, Come nasce il sogno d’amore, Torino, Bollati 
                  Boringhieri, 2002 
                Il 
                  sogno d’amore, inteso come fusione assoluta, miracolosa, 
                  «che di due esseri complementari fa un solo essere armonioso», 
                  è l’eredità più arcaica che la «memoria 
                  del corpo» consegna alla storia. 
                  Ma è, nel medesimo tempo, la copertura più efficace 
                  dell’aggressione che ha comportato, da parte dell’uomo, tenere 
                  presso di sé l’«oggetto sessuale» che per 
                  primo gli ha dato cibo e piacere. Il possedere e l’essere posseduti 
                  hanno un suono diverso se a coniugarli è il linguaggio 
                  amoroso o la fredda logica del potere. La possibilità 
                  di tenere insieme due «domìni», due «divinità», 
                  che la storia ha ingiustamente e a suo danno voluto dividere, 
                  è stata la molla profetica e trasgressiva che ha portato 
                  le donne emancipate di fine Ottocento e inizio Novecento a proporsi 
                  nella vita pubblica come «forza rigeneratrice» di 
                  una civiltà sterile. Ma è proprio il tentativo 
                  della donna di farsi protagonista sulla stessa scena che l’uomo 
                  ha occupato da secoli, che permette di «calare nella mischia» 
                  il sogno d’amore e di scoprire l’aspetto violento di una «interezza» 
                  che conosce un volto solo, un sesso solo, una mente che può 
                  farsi creativa, incandescente, per l’apporto di una materia 
                  femminile di affetti e di emozioni, ma che resta pur sempre 
                  «androgina», centrata prioritariamente sull’uomo. 
                  Convinta di poter offrire alla civiltà l’intelligenza 
                  inesplorata dell’«animo femmineo», Sibilla Aleramo 
                  si accorge di aver alimentato ancora una volta l’individualità 
                  di un figlio, di un amante, di aver riposto la sua grandezza 
                  nel potere di rendersi indispensabile a un altro, di aver «foggiato» 
                  se stessa su una «ideale immagine virile»: La coppia 
                  umana, ricongiunta sulla scena del mondo, anziché lasciare 
                  il posto a una creatura unica, miracolo di armonia e di perfezione, 
                  rende ancora più visibile lo strappo violento che collocato 
                  sui versanti opposti della natura e della storia i destini del 
                  maschio e della femmina. 
                  
                Nata 
                  a Fusignano (Ravenna) nel 1941, Lea Melandri vive a Milano dal 
                  1967, dove ha preso parte attiva al movimento delle donne. Ha 
                  pubblicato tra l’altro: L’infamia originaria (L’erba 
                  voglio, 1977), Lo strabismo della memoria (La Tartaruga, 
                  1991), Una visceralità indicibile (Fondazione 
                  Badaracco-Franco Angeli, 2000) e, per i nostri tipi, La 
                  passione del corpo, La vicenda dei sessi tra origini e storia 
                  (2001). È stata redattrice con Elvio Fachinelli della 
                  rivista «L’erba voglio» (1971-78), di cui ha curato 
                  recentemente un’antologia (Baldini & Castaldi, 1998). Dal 
                  1987 al 1997 ha diretto «Lapis. Percorsi della riflessione 
                  femminile». 
                (dalla 
                  seconda e terza di copertina) 
                  
                Dall’indice: 
                  I racconti del gelo; Il tempio aperto; La nascita 
                  di un dio; Il sogno e la mischia; Sotto la specie dell’eterno; 
                  Pellegrinaggio mistico; Il gelo, l’estasi; E la «mestissima» 
                  libertà; Dietro il velo;  Il sole di Zarathustra; 
                  Il fanciullo e il profeta; L’enigma di Freud. 
                Collegamenti 
                 
                    
                  http://tecalibri.altervista.org/ 
                    
                  http://www.linda.it/ 
                    
                  http://www.url.it/ 
                 
                 |