|   Maria 
                  Crapis, Cucina delle mie brame, Pescara, Edizioni Tracce, 
                  1995 
                   
                  Le donne lavorano e intanto cucinano. Ma è abitudine 
                  o atto creativo? Spazio obbligato o tempo per sé? Affetti, 
                  conflitti, seduzioni e piaceri, tutti rivivono attraverso colori 
                  e profumi, attraverso sapori gustati con la memoria. 
                Maria 
                  Crapis, ricercatrice della Cooperativa Medica Agorà di 
                  Bologna, svolge indagini sulle abitudini nutrizionali della 
                  popolazione e si occupa di educazione ai consumi, terapia dei 
                  disturbi alimentari e problematiche relative alla famiglia e 
                  all’adolescenza. 
                (dalla 
                  quarta di copertina) 
                  
                L’indagine 
                  da cui parte tutto il lavoro delle ricercatrici, della cooperativa 
                  medica Agorà, si è svolta su un campione di 220 
                  donne dipendenti di alcune fra le più grandi imprese 
                  cooperative (o di proprietà del Movimento Cooperativo) 
                  di Bologna. 
                  Grazie alla loro disponibilità e pazienza, si sono potuti 
                  raccogliere i dati attraverso un questionario semistrutturato; 
                  a questo primo screening è seguito un approfondimento 
                  qualitativo con interviste mirate a 20 cooperatrici di diversa 
                  età, stato civile e posizione lavorativa. 
                  L’obiettivo dello studio era indagare l’atteggiamento che ha 
                  la donna lavoratrice con l’organizzazione e la preparazione 
                  del pasto casalingo, il rapporto, in questa sfera, con gli altri 
                  componenti della famiglia, e alcuni aspetti del vissuto femminile; 
                  ad esempio, come si conciliava (se si conciliava …!!) il proprio 
                  ruolo professionale con quello casalingo. Insomma ci sembrava 
                  importante cercare di comprendere se la tavola, il “desco” attorno 
                  al quale si consuma il pasto, per lo più serale, diventava 
                  un campo di battaglia, un deserto incolore peggio di quello 
                  di Antonioni, oppure un luogo in cui a volte, si riusciva a 
                  godere complessivamente di qualche spezzone di buona qualità 
                  di vita. (da: Presentazione di Doriana Ballotti, pp. 
                  9-10) 
                  
                Dall’indice: 
                  Presentazione; 1 - Mense, ristoranti, sale da pranzo; 
                  2 - Cibo e cucina, che passione; 3 - Ritratti di 
                  donne in un interno. 
                   
                Collegamenti 
                 
                    
                  http://www.italiadonna.it 
                    
                  http://www.spaziodonna.com/ 
                 
                 
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