|   Giuliana 
                  Ponzio, Crimini segreti. Maltrattamento e violenza alle 
                  donne nella relazione di coppia, Milano, Baldini Castaldi 
                  Dalai, 2004 
                Riconoscere 
                  e conoscere quello che spesso succede tra le mura domestiche 
                  in termini di danno per le donne e i minori, sapere che per 
                  violenza e maltrattamento si intende tutto ciò che implica 
                  sopraffazione psichica, economica, sessuale, oltre che fisica, 
                  vuole dire offrire alle donne la possibilità di rompere 
                  il segreto senza essere accusate di complicità, di avere 
                  la certezza che non solo chi picchia o uccide compie un reato, 
                  ma anche chi insulta, svilisce o minaccia. 
                  Spesso l’agire con violenza previene da lontano, è un 
                  atteggiamento che passa dal padre al figlio, così come 
                  il subire passa, in modo transgenerazionale, dalla madre alla 
                  figlia, in una catena che sembra difficile spezzare. Nominare 
                  tutti i tipi di violenza come fenomeni specifici e inconfondibili 
                  è inoltre, indispensabile per nuovi modelli di intervento 
                  che possono coinvolgere in un lavoro di rete altre agenzie di 
                  supporto. 
                  Questo libro dà voce a un silenzio, ma soprattutto rappresenta 
                  un atto dovuto alla forza, alla capacità e al coraggio 
                  di tutte quelle donne che abbandonando certezze e convinzioni 
                  che avevano strutturato la loro vita, affrontando sradicamento, 
                  disagi, difficoltà e spesso l’ostilità di chi 
                  le circonda, hanno deciso di dire: «basta!». 
                  
                «Chi 
                  lavora quotidianamente con le donne vittime di violenza ne conosce 
                  i sensi di colpa e il senso di diffidenza e di sospetti che 
                  suscitano se decidono di allontanarsi dal partner. Il fatto 
                  che fin da bambine abbiano interiorizzato come “qualità” 
                  femminili il sopportare, il saper tacere, l’abnegazione, la 
                  disponibilità totale e la responsabilità del buon 
                  andamento della relazione, può produrre già di 
                  per sé un’asimmetria nella coppia in quanto codifica 
                  che da tali “virtù” ci sia qualcuno che ne trae vantaggio. 
                  E se queste “qualità” conferiscono alla donna identità 
                  e una percezione di sé come detentrice di un ruolo ben 
                  definito, l’allontanarsene può significare il venir meno 
                  a principi morali fortemente radicati con i sensi di colpa di 
                  chi ha preteso intraprendere una strada che può suscitare 
                  riprovazione». 
                  
                Giuliana 
                  Ponzo, dopo una lunga esperienza di insegnamento, dal 1990 si 
                  è sempre interessata della violenza sulle donne e da 
                  dieci anni è operatrice in un centro che si occupa di 
                  violenza domestica nei confronti delle donne e dei minori. Lavora 
                  anche con donne ospiti di Case Rifugio. Ha condotto, inoltre, 
                  gruppi di autoaiuto. Ha partecipato a numerosi congressi ed 
                  è docente nei corsi di formazione per volontarie. Ha 
                  pubblicato: Madre e handicap, Mai come lei, Tra stomaco 
                  e cuore. 
                (dalla 
                  seconda, terza e quarta di copertina) 
                  
                Chi 
                  lavora sul maltrattamento ha a volte la sensazione di trovarsi 
                  in un Paese straniero, in cui alcune parole dette non vengono 
                  chiaramente capite, per altre non si sa a che termini ricorrere, 
                  e altre ancora hanno un significato diverso per chi le dice 
                  e per chi le ascolta. Non ci sono definizioni precise per un 
                  fenomeno sommerso e per secoli negato e poiché per ciò 
                  che non esiste generalmente non esistono parole, il lessico 
                  con cui intendersi incontra continuamente vuoti o lacune. […] 
                  il già citato dizionario della Lingua Italiana, alla 
                  voce «maltrattamento», recita: «crudele imposizione 
                  di prove avvilenti e dolorose: i maltrattamenti del marito, 
                  del padrone». Ma cosa c’è nel mezzo, tra questi 
                  due atteggiamenti agli antipodi? La sensazione appunto resta 
                  quella di un vuoto, come se la definizione del vocabolario restasse 
                  in quelle pagine, allo stesso modo in cui la classificazione 
                  giudiziaria resta nel Codice, senza che i concetti espressi 
                  in termini e parole diventino strumenti utilizzabili per capirsi. 
                  […] È forse opportuno a questo punto dare una definizione 
                  precisa ai termini che verranno usati in questo libro per non 
                  incorrere in fraintendimenti o in parole «scivolose» 
                  dal significato ambiguo. Verrà usato il termine «violenza» 
                  per definire tutti quegli atti che pongono la donna in condizione 
                  di subire strategie di potere e controllo da parte del partner. 
                  Tali atti comprendono la violenza fisica, quella psicologica 
                  (svalorizzazioni, offese, umiliazioni e quant’altro) e quella 
                  economica, le persecuzioni, la violenza sessuale fuori e all’interno 
                  della coppia e tutti gli atteggiamenti che siano percepiti dalla 
                  donna come prevaricanti e irrispettosi. Le violenze abituali 
                  danno origine a «maltrattamento». […] Il termine 
                  «abuso» viene qui mutuato dalla letteratura anglosassone 
                  e assume un significato molto più ampio, non riferendosi 
                  più solo all’abuso sessuale come ancora comunemente avviene, 
                  ma all’insieme di comportamenti lesivi dell’integrità 
                  della donna e dei minori. […] Più in generale, i termini 
                  usati in questo testo costituiscono il patrimonio lessicale 
                  comune a chi si occupa di violenza domestica. Chiarirli appare 
                  quindi indispensabile per proseguire perché nonostante 
                  possa sembrare strano, è la loro non definizione che 
                  spesso impedisce un lavoro di rete con altre agenzie, indispensabile 
                  per sostenere donne e bambini che subiscono violenza, e che 
                  spessissimo sono circondate anche da una rete parentale e amicale 
                  ugualmente incapace di individuare il fenomeno. (da: Un 
                  problema di definizione, pp. 24-5, 33-4) 
                Dall’indice: 
                  Parte prima - Riconoscere la violenza; 1. 
                  Un problema di definizione; 2. Tipi di violenza 
                  e strategie di potere e di controllo; 3. Il maltrattante: 
                  insospettabile o «vittima innocente»; Parte 
                  seconda – Perché le donne non vanno via; 1- 
                  Riconoscere il danno; 2. La perdita del punto di 
                  vista; 3. Le dinamiche dell’abuso; 4. Le strategie 
                  di coping; Parte terza – Come intervenire; 1. 
                  Una scelta di campo; 2. La metodologia dell’accoglienza; 
                  3. La valutazione; 4. I rischi dell’operatrice. 
                Articoli 
                  segnalati: 
                  Ed Vulliamy, Il mio volto la mia denuncia, «Io 
                  Donna», n. 44, 29 ottobre 2005, pp. 109-12 
                  La violenza e le donne in Valle d’Aosta, «Informa 
                  donna», n. 1, luglio 2005, pp. 3-14 
                Collegamenti 
                 
                    
                  http://www.cafeletterario.it 
                    
                  http://www.didonne.it 
                    
                  http://mammouth50.tooblog.fr 
                    
                  http://www.giustizia.it 
                   
                 
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