|   Christa 
                  Wolf, In carne e ossa, Roma, Edizioni e/o, 2002 
                In 
                  carne e ossa è l’emozionante discesa agli inferi 
                  di un corpo malato. Una donna sta male, è portata d’urgenza 
                  in ospedale. Sembra che non sia niente di grave, invece la situazione 
                  si complica. A intervento chirurgico segue intervento chirurgico, 
                  ma il male non va via, il sistema immunitario non reagisce, 
                  le cure più avanzate servono a poco. Il corpo balza in 
                  primo piano, rivelando la sua disobbedienza, la sua autonomia. 
                  Esso assorbe e rielabora ogni cosa caoticamente, diventa un 
                  territorio sterminato e ingovernabile, apre labirinti, cunicoli 
                  e precipizi […] E la paziente, sospinta dai sogni feroci della 
                  febbre, si dibatte persa tra le illusioni del passato e il disincanto 
                  del presente. Intanto la realtà dell’ospedale con le 
                  sue terapie vanamente accanite, con le sue presenze salvifiche, 
                  si incide nell’organismo tanto quanto si sono incise le figure 
                  significative dell’infanzia e della giovinezza coi loro conflitti 
                  irresolubili, la memoria della Berlino divisa, le tensioni logoranti 
                  tra utopia e realismo politico. Carne e ossa dolenti diventano 
                  il sismografo di fallimenti e catastrofi, il teatro della guerra 
                  permanente tra individuo e società. 
                (dalla 
                  quarta di copertina) 
                
                Niente 
                  sonno. Di notte devo cercare di evitare certi pensieri. Prima 
                  che faccia giorno, mi viene un’idea singolare: sono riuscita, 
                  a ridosso della vecchiaia, quando, m’immagino, la realtà 
                  sbiadisce, a vivere ancora una volta qualcosa di reale. Qualcosa 
                  d’altronde di molto improbabile. A cui non mi è permesso 
                  credere, a cui sarebbe estremamente pericoloso credere. 
                  Ma con la realtà è così, penso in quell’ora 
                  chiara tra le tre e le quattro del mattino che mi è data 
                  quasi senza febbre: essa è al massimo della densità 
                  proprio quando non riusciamo a crederci. Viene l’ora del sonno 
                  di primo mattino, viene il sogno: mia madre in grembo a sua 
                  madre congelata in un blocco di ghiaccio, mio padre, curvo su 
                  di lei, che cercava invano di liberarla. Io, bambina, sulle 
                  spalle di mio padre. 
                  Quando si sveglia, lei ha freddo. (da: pp.82-3)  
                Christa 
                  Wolf, nata nel 1929, vive a Berlino. È una delle principali 
                  scrittrici contemporanee. La sua opera letteraria e saggistica 
                  è tradotta nelle principali lingue. Tra le opere principale 
                  si segnalano: Cassandra, Nessun luogo. Da nessuna parte, 
                  Il cielo diviso, Medea. Voci, Trama d’infanzia, Congedo dai 
                  fantasmi, Nel cuore dell’Europa, Sotto i tigli, tutti editi 
                  da e/o. 
                Collegamenti 
                 
                    
                  http://www.edizionieo.it 
                    
                  http://www.caffeeuropa.it 
                    
                  http://www.url.it/donnestoria 
                    
                  http://www.girodivite.it 
                   
                 
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