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                  Dogana. Rivista di pratica politica, Milano, Libreria delle 
                  donne, n. 72, marzo 2005 
                Alle 
                  radici della nostra cultura estetica la bellezza femminile è 
                  un universo ricco di incanti e sfaccettature, un ideale gioioso 
                  e prosperoso dal quale l’immaginario massmediatico, con le sue 
                  icone disincarnate e devitalizzate, non è mai stato così 
                  lontano. L’archetipo greco-romano della bellezza si presenta 
                  intrecciato con i valori più vitali e generativi del 
                  femminile. Venere – Afrodite che ne è la divinità 
                  presiede anche all’amore, sia quello terreno che quello carnale, 
                  comanda gli strali di Eros, indossa e presta il cinto della 
                  seduzione, governa la Primavera. Tra le figure dell’Olimpo è 
                  la più composita in quanto a valenze e sembianze … (da: 
                  La bellezza nel paese reale delle donne, di Paola Rigetti, 
                  p. 3) 
                Secondo 
                  noi, nelle relazioni, anche la bellezza viene messa in gioco. 
                  Da quando la differenza femminile ci ha fatto capire che è 
                  impossibile separare il corpo, affetti, emozioni dalla struttura 
                  sociale, dalla logica collettiva, dei canoni estetici, ci siamo 
                  rese conto che le relazioni possono essere segnate dalla bellezza. 
                   
                  Su questa nessuna, speriamo, si permetterà dei dubbi. 
                  Solo che la bellezza ce la siamo perse per strada. Non abbiamo 
                  creato figure dello scambio. Per un fascio di ragioni di cui 
                  alcune le intravediamo. Su altre bisognerà ancora ragionare 
                  … (da: Le belle relazioni, di Letizia Paolozzi e Lia 
                  Cigarini, p. 4) 
                  
                Nessuna 
                  di loro rinuncia a studiare. Fanno il liceo, e contemporaneamente 
                  uno sport (spesso a livello agonistico), hanno un’amica del 
                  cuore come l’ho avuta io durante l’adolescenza, passano ormai 
                  due terzi della giornata con il telefonino acceso, che squilla 
                  in continuazione. Vengono a lezione da me perché, in 
                  classe, sembrano incapaci d’imparare a scrivere un testo, a 
                  tradurre una versione di latino, a volte perfino a memorizzare 
                  la storia. Arrivano con lo zaino gonfio, sempre vestite in modo 
                  ricercato, con i jeans bassi in cintura, la pancia completamente 
                  scoperta, la mutanda in bella vista … (da: Pance nude in 
                  pieno inverno, di Elena B., p. 8)  
                Si 
                  rende culto a Dio e al divino – dicono – non agli idoli. Noi 
                  donne abbiamo reso culto alla bellezza del nostro corpo un po’ 
                  da sempre. Lo abbiamo fatto prendendocene cura, tenendolo pulito, 
                  amandolo, nutrendolo adeguatamente, ornandolo …, e soffrendo 
                  quando la malattia o altre circostanze ostili costringevano 
                  a sospendere il culto. Il tempo che una donna dedica al culto 
                  della bellezza non lo dà al capitalismo o ad altro sistema 
                  di sfruttamento. La bellezza femminile si mostra nell’apparenza 
                  del corpo, cioè nel modo in cui il corpo appare, sia 
                  che la bellezza nasca dalla felicità, dall’intelligenza, 
                  dall’armonia spirituale, dall’aver adempiuto al legato della 
                  madre, sia che nasca da forme perfette … (da: Il culto della 
                  bellezza, di Maria Milagros Rivera Garretas, p. 22) 
                  
                Dal 
                  sommario: Guardare indietro di Vita C.; La bellezza 
                  nel paese reale delle donne di Paola Rigetti; Le belle 
                  relazioni di Letizia Paolozzi e Lia Cigarini; Il vantaggio 
                  di non sapere di Pasqua Teora; Pance nude in pieno 
                  inverno di Elena B.; Figlia, infermiera e barbiera 
                  di Daniela Riboli; Come non soccombere al culto dell’immagine 
                  in azienda di Teresa Pace; Tornare signore del gioco 
                  di Marina Terragni; Due donne, la stessa storia, pensieri 
                  diversi di Lucia Mastrodomenico e Luisa Cavaliere; Marcella 
                  e le altre di Erminia Macola; Il culto della bellezza 
                  di Maria Milagros Rivera Garretas. 
                Collegamenti 
                 
                    
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