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Ilda Bartoloni, Come lo fanno le ragazze. Sex inchiesta, Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2005

Come vivono la sessualità e il piacere le figlie e le nipoti di quelle donne che hanno fatto o attraversato il ’68, il femminismo, gli anni della rivoluzione sessuale, e si sono trovate, grazie a quelle conquiste, con l’emancipazione in tasca e un corpo liberato? Come lo usano questo corpo? Il libro trae la sua forza dalla testimonianza di ventidue ragazze, fra i 17 e i 34 anni, intervistate dall’autrice. Storie di vita da cui emergono i personaggi maschili, le figure genitoriali, soprattutto della madre, il rapporto con le amiche, con il lavoro, con il mito del principe azzurro, con il desiderio di maternità. È una lunga narrazione sull’identità femminile quella che percorre queste pagine, un’identità vista nelle sue molteplici sfaccettature in cui la dimensione del corpo diventa il collante di sentimenti, desideri, piaceri intimi e bisogni di riconoscimento. Sul corpo il femminismo ha scritto e parlato. L’ha tematizzato, l’ha svelato nel suo essere stratificazione del potere e del controllo maschile. L’ha liberato. Eppure, accanto a una spregiudicatezza narrante, che sembra riflettere questa liberazione, è un universo “altro” ad affiorare, più intimo, capace di una freschezza e di un’innocenza quasi paradossali.

Ida Bartoloni inizia la sua carriera professionale alla radio, nel 1975, per il Gr2, passando poi al Tg2 dove realizza reportage, dossier, lungometraggi. Nel 1986 idea i primi femminili d’informazione televisiva: Diogene dalla parte delle donne e Mafalda. Oggi è al Tg3, dove, dopo Pari e Dispari sui diritti negati e le pari opportunità, conduce PuntoDonna. Tra i suoi scritti: un intervento sulla Conferenza delle donne in Cina, dove è stata inviata per il Tg3, ne La disparità virtuale e il saggio Il nuovo potere delle donne. Nel 1999 ha ricevuto, unica italiana, il premio internazionale di giornalismo “Matilde Serao”.

(dalla seconda e terza di copertina)

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«Ero inesperta, giovane, in un mondo dove gli squali viaggiano a mille. Ho avuto rapporti sessuali, anche non provando piacere, ma non so neanche perché li ho avuti, forse per sentirmi bella, desiderata, non so perché. Ero molto confusa. Avevo anche vent’anni. Solo più tardi ho cominciato a capire che stavo sbandando». Maria Luisa, 26 anni

«Non ho mai fatto sesso una volta e via, non perché sono contraria come principio morale, non ci trovo niente di male, ma devo prima instaurare un rapporto, avere una certa confidenza. Per sentirmi tranquilla. Devo conoscere la persona, devo conoscere il corpo dell’altra persona, piano piano, non potrei mai fare quelle cose con uno che conosco una sera, non mi ci troverei proprio, non riesco a dare confidenza così subito». Roberta, 20 anni

(dalla quarta di copertina)

Cosa ne hanno fatto le ragazze della libertà sessuale che abbiamo loro consegnato? […] Sono riuscite ad affrancarsi dal modello patriarcale di sessualità, elaborando un proprio erotismo, una propria cultura del piacere? Cosa è diventata per le ragazze di oggi la gioiosa ipotesi di liberazione delle loro madri? Una strada tutta in discesa o una grande beffa che ha portato a un maschio sempre più spaesato, a una lacerazione profonda nei rapporti tra i due sessi? La rinascita delle voci femminili negli anni Settanta ha intaccato il patriarcato dalle fondamenta, producendo nuovi valori e un nuovo ordine. La pillola, l’aborto, il divorzio sono stati la punta dell’iceberg del Passaggio, della impercettibile e sotterranea Mutazione che a partire dal corpo e dalla sessualità femminile ha aperto nuovi scenari e rinegoziato le relazioni uomo-donna. […] Attraverso l’esperienza di una sessualità svincolata da quella maschile le donne hanno scoperto la relazione con se stesse, con la propria psiche? Se il Novecento è stato il secolo dell’emancipazione, il Duemila si preannuncia come il secolo della conquista di un’identità femminile che non si adatta più a un modello, a un desiderio e/o proiezione dell’uomo, ma che esiste di per sé e per se stessa? Nel tentare di rispondere a questi interrogativi ho dovuto intrecciare tanti piani: cronaca, politica, femminismo, sociologia, psicoanalisi, racconti di storie personali. Il progetto, forse ambizioso, certo molto complesso, è quello di dare una visione storica, sicuramente parziale e soggettiva, di come il problema del piacere sessuale si è declinato e si declina nelle generazioni femminili che si sono avvicendate dal ‘68 a oggi. […] ho trovato come alcune esperienze più di altre possano rappresentare meglio il dibattito politico e le lacerazioni personali che negli anni Settanta riportarono alla luce, dal punto di vista delle donne, una materia sino ad allora negata, cancellata e al contempo mitizzata dalla cultura maschile. E le ho proposte. Dalla contestatissima - allora - Carla Lonzi, cui va il merito innegabile di aver posto per prima la sessualità al centro dell’autocoscienza femminile, alle testimonianze di Lea Melandri a Milano, di Emma Baeri a Catania, Edda Billi a Roma .
Molte ragazze si sono offerte spontaneamente per l’intervista - avendo saputo della mia indagine da amiche di amiche - altre mi sono state segnalate, molte sono state da me «sfacciatamente rimorchiate» sugli autobus, per la strada; altre ancora le ho incontrate a convegni o durante i miei viaggi. Tutte erano molto bendisposte a raccontarsi anche se ovviamente c’era qualche imbarazzo e timidezza quando si entrava nei particolari più intimi. Il loro linguaggio – soprattutto nelle più giovani e nei momenti in cui si parlava specificamente dei rapporti sessuali – mi è sembrato scarno, direi quasi povero, alle volte uniforme. (da: Introduzione pp. 7-11)

Dall’indice: Introduzione; Parte Prima. Le figlie, le nipoti - Tiziana - Vita da single; Roberta - Carriera e sentimenti; Beatrice - Lo stupro; Maria Teresa - Basta sesso, voglio un lavoro!; Francesca - Con le ragazze è meglio!; Diana - La scelta; Silvia - Che è quest’amore?; Giulia - Cibo, amore e sesso; Chiara - Pretty Woman; Laura - Amore, balene e delfini; Carolina - Una trasmissione di libertà; Matilde - Sesso e parrocchia; Anna - L’analista giusto; Adele - Quanto mi piace soffrire!; Vincenza - A dieta! A dieta!; Marta - Alla ricerca dell’uomo materno; Angelica - Una cattiva ragazza; Sabina - Un orgasmo che non è un orgasmo; Elisa - Le libertà che opprimono; Maria Luisa - L’amore di gruppo; Bianca - Gli uomini sono rimasti indietro; Cristiana - Identità e sessualità; Parte secondaCome eravamo. Con testimonianze di Elettra Deiana, Edda Billi, Lea Meandri, Emma Baeri; Conclusioni: parla la sessuologa di Roberta Giommi.

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