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Matrice. Pensiero delle donne e pratiche artistiche, a cura di Donatella Franchi, Quaderni di Via Dogana, Milano, Liberia delle donne, 2004

Come è accaduto nei confronti della Storia, anche nei confronti dell’Arte la ricerca femminile ha preso più di una strada. Quando donne che hanno attraversato il femminismo si trovano di fronte le maiuscole, all’inizio di parole importanti nella cultura, qualcosa certamente inventano: pretendono l’inclusione in quei palazzi che si sono costruiti intorno alle maiuscole più solenni, o si chiamano fuori rifiutando qualsiasi pedaggio e mediazione, o creano pratiche che escono dalla dualità dell’entrare/stare fuori.
Ciò che troviamo in questo Quaderno è scritto e fatto da donne italiane che hanno scelto quest’ultima strada, anzi ne hanno accettato la necessità per potere coltivare e far crescere il loro amore per l’arte, senza rinunciare a cercare genealogie differenti da quelle tracciate dalle storie dell’Arte.
Hanno scelto di mettersi nel solco aperto dal femminismo pensante di Carla Lonzi che non ha mai smesso di amare il fare artistico, pure congedandosi dalle coazioni che tengono in vita il sistema dell’Arte a egemonia maschile: ciò che equivale in Letteratura al canone e, in ambito storico, alla storiografia ufficiale.
L’esperienza comune ci ha insegnato che dire sì al fatto di essere donne, ogni volta che lo si pronuncia politicamente, cambia tutte le carte disposte in un certo modo sul tavolo del mondo. La fedeltà a questa esperienza ha condotto Donatella Franchi e le amiche in relazione con lei (e chissà quante altre che non conosciamo ...) ad avere la pretesa di cambiare, addirittura, il nome a quel fare che chiamiamo ancora generalmente “arte”. Il nome nuovo in cui si sono riconosciute le autrici di questo Quaderno è matrice, un nome che cambia il segno al gesto artistico, inteso come bel gesto individuale, facendolo diventare una pratica molto concreta, che lega in relazione. Fare qualcosa di creativamente significativo – e bello e gratuito - è dare vita a ciò che fa dell’eventuale oggetto artistico un luogo di scambio, mobile e docile, perché frequentato da più di una/o -compreso chi lo guarda ascolta legge -che mai fanno di quell’oggetto un pretesto per la celebrazione di sé.
Matrice come “creatività relazionale”, scrive qui Donatella Franchi, in modo da creare una posizione che non autorizzi ad usare ancora nomi che provengono da un vocabolario costruito da un sistema che ha fatto dell’arte uno dei numerosi territori culturali di potere ed egemonia maschile: opera d’arte, genio, critica d’arte, esposizione d’arte ... sono tutte parole da sottoporre alla tabula rasa proposta da Carla Lonzi nei sorgivi anni ‘70. (da: Introduzione di Annarosa Buttarelli, pp. 7-8)

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Dall’indice: Introduzione di Annarosa Buttarelli; La novità fertile di Donatella Franchi; Pratiche artistiche, pratiche politiche di Chiara Zamboni; A scuola con Mary Cassatt di Katia Ricci; Il binocolo delle artiste di M. Antonietta Trasforini; L’atto creativo del riconoscere di Donatella Franchi; Dialoghi - Incontrando una giovane artista di Donatella Franchi e Claudia Losi; Dialogo tra Angela Marchionni, Donatella Franchi, Elena Basile, un bronzetto e un tavolo; Federica Manfredini, una preziosa tra noi di Donatella Franchi; Io abitante di Angela Cattaneo; Esperienze in corso - Percorsi di navigazione in un luogo di donne, Galleria delle donne di Torino, Associazione Sofonisba Anguissola; Politica creativa di donne e uomini di Antonietta Lelario; La città come opera d’arte di Anna di Salvo; Seguendo Properzia De’ Rossi, scultora bolognese di Mirta Carroli; Fare icone, un modo di fare relazione di Carla Turala.

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Collegamenti

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http://donne.virgilio.it
http://fc.retecivica.milano.it/



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